Per costruire il futuro, bisogna iniziare dai banchi.
Quando si parla di innovazione, è facile pensare subito a laboratori high-tech, robot che assemblano automobili o bracci meccanici che operano con precisione chirurgica nelle linee di produzione. Eppure, il vero punto di partenza dell’innovazione non è sempre in fabbrica: è a scuola.
Perché se è vero che le tecnologie guidano il progresso industriale, è la formazione delle persone che ne determina il valore.
L’Obiettivo 9 dell’Agenda 2030: industria, innovazione e infrastrutture
Tra i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il numero 9 ha un ruolo cruciale: promuovere un’industria innovativa, resiliente e sostenibile.
L’obiettivo invita i Paesi di tutto il mondo a incrementare la ricerca scientifica, potenziare le capacità tecnologiche dell’industria e incoraggiare la diffusione dell’innovazione, con un traguardo chiaro: entro il 2030 aumentare il numero di addetti alla ricerca e sviluppo e gli investimenti, sia pubblici che privati, in questo settore.
Dietro queste parole c’è una visione: un mondo in cui la tecnologia non è fine a sé stessa, ma strumento per costruire una società più efficiente, equa e creativa. Tuttavia, sorge spontanea una domanda che da anni anima il dibattito pubblico:
“Se l’automazione cresce, che fine fanno i lavoratori umani?”
Robot e persone: un equilibrio possibile
La paura del “robot che ruba il posto” torna ciclicamente ogni volta che una nuova ondata tecnologica scuote il mercato del lavoro. È successo con la rivoluzione industriale, con l’avvento dei computer e sta succedendo oggi con l’intelligenza artificiale.
Alcune professioni si sono trasformate, altre sono scomparse ma allo stesso tempo ne sono nate di nuove. È il segno che l’innovazione non distrugge il lavoro: lo trasforma.
Alla LabMec ne siamo convinti: la tecnologia non è un nemico dell’uomo, ma un alleato prezioso. L’automazione non sostituisce l’intelligenza, la sensibilità e la creatività umana — le amplifica.
Il futuro dell’industria non sarà fatto di uomini contro le macchine, ma di uomini insieme alle macchine.
La chiave è imparare (sempre)
Ogni volta che il mondo cambia, la chiave per restare protagonisti è una sola: formazione.
Oggi più che mai è indispensabile imparare a fare cose nuove, arricchire le proprie competenze e abbracciare la cultura del cambiamento.
Per questo, la robotica e le tecnologie digitali stanno entrando a scuola. Non solo come strumenti didattici, ma come veri e propri linguaggi attraverso cui comprendere il mondo contemporaneo.
Un robot, per un bambino, non è solo un “giocattolo intelligente”: è una porta aperta sulla logica, la creatività e la capacità di risolvere problemi. È uno strumento con cui imparare non solo a usare la tecnologia, ma anche a crearla.
Le scuole come laboratori di futuro
Nelle scuole di oggi si stanno ponendo le basi delle imprese di domani.
I ragazzi che imparano a programmare un piccolo automa, a costruire con una stampante 3D o a progettare in CAD saranno gli stessi che, tra pochi anni, porteranno innovazione nelle fabbriche e nei laboratori di ricerca.
Alla LabMec vediamo ogni giorno quanto sia importante saper coniugare artigianalità e tecnologia, manualità e digitale. È questa la nuova forma di “artigianato industriale” che sta nascendo: fatta di creatività, ingegno e collaborazione uomo-macchina.

Ecco perché crediamo fortemente che l’innovazione parta anche — e forse soprattutto — dalla scuola.
Le imprese possono sviluppare tecnologie d’avanguardia, ma senza una cultura diffusa dell’innovazione, senza giovani capaci di immaginare, progettare e reinventare, non può esserci progresso sostenibile.
Il nostro impegno per portare l’innovazione nelle scuole
Noi della LabMec stiamo lavorando concretamente in questa direzione, proponendoci per creare laboratori didattici all’interno degli istituti scolastici.
Un esempio di nostra creazione è MANUS, un manipolatore usato principalmente per spostare piccoli oggetti, quindi carico e scarico di pezzi.
Può sollevare particolari fino ad un peso di 3kg ed essere programmato punto a punto con un sistema G-CODE oppure si utilizza un sistema di auto-apprendimento, cioè si crea la routine manualmente e lui ripete tutte le volte che si vuole quel determinato ciclo.
Grazie anche alle opportunità offerte dai fondi del PNRR, in particolare dal bando FESR per i laboratori innovativi, le scuole hanno oggi la possibilità reale di dotarsi di spazi moderni, attrezzati e funzionali per la formazione tecnica e scientifica.
Tra le nostre proposte: “Una divinità LabMec in ogni scuola d’Italia”
I nostri pantografi che riscuotono maggior successo presso gli istituti scolastici, grazie alle loro dimensioni e a specifiche caratteristiche, sono Ares, Afrodite ed Efesto.
Vogliamo contribuire a formare non solo gli studenti, ma anche — e soprattutto — i docenti, perché siano loro i primi ambasciatori dell’innovazione, capaci di guidare i giovani nell’apprendimento delle nuove tecnologie.
Inoltre, con la nostra “Sfida per l’Innovazione”, vogliamo portare direttamente nelle scuole esperienze pratiche, dimostrazioni, momenti di confronto e di sperimentazione che avvicinino concretamente gli studenti al mondo della robotica, della meccatronica e della digitalizzazione industriale.
Il nostro obiettivo è semplice ma ambizioso: trasformare ogni scuola in un luogo dove il futuro si costruisce con le mani, la mente e la curiosità.
Una sfida condivisa
La tecnologia a scuola non deve restare confinata all’ora di informatica.
Così come ogni insegnante, in fondo, contribuisce a far amare la lingua italiana anche se non insegna “Italiano”, ogni docente dovrebbe sentirsi parte di un percorso più ampio che include anche il pensiero tecnologico.
Serve un approccio integrato: la robotica può entrare in matematica, l’intelligenza artificiale può ispirare riflessioni etiche in filosofia, e il design digitale può dialogare con l’arte.
Solo così potremo formare persone capaci non solo di usare la tecnologia, ma di capirla, guidarla e migliorarla.
Conclusione: innovare è educare
Innovare significa, prima di tutto, educare al cambiamento.
Noi sosteniamo che la tecnologia più avanzata nasce sempre da una mente curiosa, formata, aperta a nuove connessioni.
Per questo crediamo che l’innovazione non sia un evento, ma un processo continuo che parte dai banchi di scuola, passa per le officine, e arriva alle imprese.
E se vogliamo davvero costruire un futuro sostenibile e umano, dobbiamo ricordare che ogni robot, ogni macchina e ogni algoritmo sono, in fondo, strumenti nelle mani di chi ha imparato a immaginare il domani.
Labmec, Macchine CNC, Scuola







