Negli ultimi anni il mondo del lavoro ha subito una trasformazione radicale, spinta dall’avvento dell’Industria 4.0, dalla digitalizzazione dei processi e dall’integrazione sempre più pervasiva di robot e sistemi automatizzati nelle linee produttive.
In questo scenario, le figure professionali capaci di gestire, programmare e mantenere queste tecnologie sono diventate tra le più ricercate sul mercato. Eppure, la scuola italiana, pur vantando un numero elevato di istituti tecnici, non sempre riesce a garantire agli studenti le competenze realmente richieste dalle imprese.
È proprio qui che entra in gioco LabMec, con un progetto ambizioso e innovativo: portare la cultura della robotica e dell’automazione all’interno delle scuole superiori, formando una nuova generazione di tecnici qualificati e, al contempo, fornendo ai docenti gli strumenti necessari per diventare punti di riferimento in questo campo.
Una divinità LabMec in ogni scuola: l’idea che può fare la differenza
Il cuore del progetto è semplice quanto rivoluzionario: creare una presenza stabile di LabMec negli istituti scolastici che accompagni studenti e insegnanti in un percorso graduale e strutturato. L’obiettivo è chiaro: consentire a chi si affaccia al mondo del lavoro di ottenere una certificazione riconosciuta come “Tecnico dell’Automazione”, una qualifica che apre le porte a uno dei settori professionali più dinamici e in crescita.
Gli studenti, grazie a un mix di studio autonomo e pratica guidata, imparano a programmare bracci antropomorfi e pantografi CNC, strumenti cardine delle moderne linee produttive.
La struttura del percorso
Il percorso formativo “Una Divinità LabMec in ogni scuola d’Italia” è pensato per essere accessibile e capillare.
La formula prevede:
- 32 ore di apprendimento autonomo in un ambiente digitale dedicato;
- 6 ore di esercitazioni pratiche in aula con il docente di riferimento o un formatore LabMec;
- 2 ore di esame teorico-pratico, al termine del quale viene rilasciata la certificazione.
Un totale di 40 ore, per un investimento sostenibile (a partire da 150 euro ad allievo), che permette di diffondere le competenze senza gravare eccessivamente sui bilanci scolastici.
L’obiettivo è chiaro: consentire a chi si affaccia al mondo del lavoro di ottenere una certificazione riconosciuta come “Tecnico dell’Automazione”, una qualifica che apre le porte a uno dei settori professionali più dinamici e in crescita.
Gli studenti, grazie a un mix di studio autonomo e pratica guidata, imparano a programmare bracci antropomorfi e pantografi CNC, strumenti cardine delle moderne linee produttive.
Inoltre, il corso non è rivolto soltanto agli studenti, ma soprattutto ai docenti, chiamati a diventare i veri portavoce di questa rivoluzione. Attraverso la formazione dei professori, LabMec punta a creare un effetto moltiplicatore: ciò che viene appreso in aula dai formatori si trasforma in competenza stabile e duratura negli istituti.
Il divario tra domanda e offerta di competenze
Il dato più eloquente riguarda il mismatch formativo: in Italia gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) preparano figure specializzate e richieste dalle imprese, ma il loro numero è esiguo (meno di 100 in tutto il Paese). Al contrario, gli ITIS (Istituti Tecnici Industriali) sono circa 1.800, rappresentando il vero bacino di giovani da cui attingere. Tuttavia, molti diplomati escono senza competenze adeguate per poter affrontare il mondo dell’automazione.
È qui che l’iniziativa di LabMec può fare la differenza, colmando quel divario e portando robot e macchinari reali nelle scuole. Non più teoria astratta, dunque, ma esperienza pratica, vicina a ciò che le imprese chiedono.
Una rivoluzione copernicana per la scuola italiana
Molto spesso la scuola viene accusata di essere ancorata a modelli obsoleti, incapace di stare al passo con le esigenze del presente. L’approccio di LabMec rappresenta una vera svolta copernicana: l’aula non è più solo luogo di studio tradizionale, ma si trasforma in un laboratorio dove gli studenti sperimentano, creano e si confrontano con le tecnologie che incontreranno nella vita lavorativa.
In questo modo, la formazione non diventa soltanto un mezzo per trovare un impiego, ma un’opportunità per sviluppare spirito critico, capacità di problem solving e attitudine all’innovazione.
I prossimi passi: dalla scuola all’impresa, un dialogo continuo
La visione di LabMec non si limita al contesto scolastico.
L’obiettivo di lungo termine è costruire una rete stabile tra aziende e istituti, così da garantire un allineamento costante tra ciò che si insegna e ciò che serve davvero alle imprese.
Questo dialogo scuola-impresa non solo favorisce l’inserimento lavorativo dei giovani, ma contribuisce anche a plasmare una nuova generazione di professionisti: i meccatronici del futuro, formati su macchine a controllo numerico e robot collaborativi, e non più su strumenti ormai superati.
Da queste figure, capaci di unire conoscenza tecnica e visione innovativa, potrebbe nascere la nuova classe imprenditoriale italiana: una generazione di creatori, innovatori e pionieri della robotica, pronti a guidare il Paese verso le sfide della competitività globale.
Il futuro si costruisce oggi
La robotica e l’automazione non sono più un’opzione, ma una necessità per ogni settore produttivo. E la scuola, se adeguatamente sostenuta e innovata, può diventare il motore di questo cambiamento.
LabMec, con il suo progetto, offre una risposta concreta e lungimirante a una delle sfide più urgenti della nostra epoca: preparare i giovani non solo a trovare un lavoro, ma a diventare protagonisti della trasformazione tecnologica che già sta ridisegnando il mondo.Scuola 4.0: con LabMec gli studenti diventano protagonisti della rivoluzione industriale
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